domenica 5 marzo 2017

Psoriasi e depressione, se combinate possono dare luogo all’artrite

Una ricerca canadese ha dimostrato che le due patologie insieme aumentano i rischi di complicazioni del 37%: ecco i risultati dell'indagine

La psoriasi, che colpisce in Italia circa 1,5 milioni di persone, non è solo una malattia della pelle. Oltre a causare disturbi fisici, incide anche sulla psiche poiché spesso dà origine a situazioni d’imbarazzo e stress che vanno a influenzare quotidianità del paziente, a volte causando veri e propri stati depressivi, tanto che un individuo affetto da psoriasi su due ammette di aver conosciuto la depressione.

Il legame tra psoriasi e depressione è stato oggetto di studio dell’Istituto McCaig per la salute delle ossa e delle articolazioni dell’Università di Calgary ad Alberta, in Canada, che ha mostrato come queste due patologie combinate insieme possono provocare l’artrite. Tale combinazione aumenta del 37% il rischio di contrarre l’artrite psoriasica, malattia infiammatoria reumatica cronica, che interessa il 10% dei pazienti con psoriasi.

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venerdì 3 marzo 2017

I pericoli nascosti di sushi & Co.

Diventato più che una moda oggi alla portata di tutti, il pesce crudo può nascondere qualche insidia. Ecco come difendersi.

 

Oggi mangiare sushi anche da noi non è più un problema. Anzi, i ristoranti giapponesi spuntano qua e là, e non soltanto nelle grandi città. È possibile reperire sushi e altri prodotti tipici giapponesi al supermercato o nei grandi store di cibi surgelati.

Così, gli amanti del pesce crudo possono assaporare cenette orientali anche a casa e, perché no, invitare gli amici per un sushi-party, evento che oggi va per la maggiore.
Qualcuno, però, potrebbe storcere il naso all’idea di mangiare pesce crudo. Forse anche perché, a parte i gusti personali e il valore dietetico e nutrizionale di tali cibi, qualche rischio effettivamente c’è. E non sempre si vede.

Si presenta così

Per essere precisi, alla moda e ben informati, cominciamo con alcune necessarie definizioni.
Il sushi è una preparazione a base di riso (riso orientale che resiste a lunghi tempi di cottura) bollito e condito con una specie di aceto, che anticamente serviva a conservare meglio il pesce.
Da qui, l'abbinamento più comune, il nigiri sushi, costituito da listarelle sottili di pesce (tonno, salmone, cernia, calamaro) poste sul riso e servite accompagnate da wasabi (salsa densa e piccante ottenuta dalle radici di rafano), fettine di zenzero in salamoia e salsa di soia.
Il sashimi è invece il pesce crudo, servito a listarelle o fettine sottili. Un vero invito per il palato dei più golosi e curiosi, anche per l’insieme di colori accesi e le presentazioni veramente perfette e variegate che caratterizzano l’abilità dei cuochi giapponesi nel soddisfare la vista, oltre al palato.

Pesce fresco? No grazie

Anzitutto è bene precisare che sushi e sashimi non vanno preparati con pesce fresco, appena pescato o che arriva dalla pescheria più vicina.
Infatti la normativa italiana, che si riferisce alle norme europee (Regolamento europeo 853/2004), prevede che i pesci consumati crudi debbano essere lasciati nel congelatore a -20 °C per almeno 24 ore. Il congelamento, così come il calore della cottura, uccide i parassiti.
Ma succede sempre così? Purtroppo no.

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Servizio delle iene 
 

martedì 28 febbraio 2017

Peperoni con pesticidi dall'Egitto: valori 50 volte sopra la norma

GENOVA -  Un carico di peperoni giunto nelle scorse settimane nel porto di Genova ha fatto registrare la presenza di 13 tipologie diverse di pesticidi e, per tre di questi, valori 50 volte superiori a quelli consentiti dalle norme sulla salute. Il carico arrivava dall’Egitto. Le analisi sono state condotte dal laboratorio Arpal della Spezia, specializzato nella ricerca dei pesticidi.

Nel dettaglio, le molecole fuorilegge sono state Clorpirifos, Propiconazolo e Clorfenapir, rispettivamente insetticida, fungicida e biocida, in questo caso utilizzati impropriamente durante la coltivazione.  “Non era mai capitato un campione con la presenza di così tante sostanze tutte insieme - racconta Nicola Dell’Amico, dirigente chimico del laboratorio spezzino responsabile delle analisi - e anche l’entità dei superamenti è particolarmente significativa”.

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Lo dicono le analisi: Don, Glifosate e Cadmio presenti negli spaghetti


Ormai lo dicono le analisi, quelle vere che non mettono le stellette, come fa Altroconsumo, ma attribuiscono dei numeri reali ai contaminanti più pericolosi presenti quotidianamente sulle nostre tavole. In tutte le marche sono presenti Don, Glifosate e Cadmio entro i limiti di legge per gli adulti. Almeno due marche di spaghetti superano i limiti di Don per la tutela della salute dei bambini. Confermata attività di miscelazione tra grani esteri e nazionali. Solo il piombo è risultato assente dalle analisi. Dubbi sul marchio di Puglia: garantisce per davvero il 100% dell’ origine del grano?


Se le marche più blasonate e diffuse nel Paese contengono tracce di questi contaminanti, sia pur entro i limiti di legge, vuol dire che ogni italiano ne assume piccole dosi giornaliere attraverso pasta e altri derivati del grano. E non c’è affatto da stare tranquilli specie se si considera l’effetto combinato che queste sostanze potrebbero provocare insieme, anche a bassi dosaggi. Cosa prevede il principio di precauzione? Ci sono prove che l'effetto sinergico di più contaminanti a basse dosi non faccia danni alla salute?

Dal Test GranoSalus, almeno due marche, Divella e La Molisana, superano i limiti che la legge impone per i bambini sul DON. Ma la coopresenza di Don, Glifosate e Cadmio negli spaghetti Barilla, Voiello, De Cecco, Divella, Garofalo, La Molisana, Coop e Granoro 100% Puglia, rivela un’attività di miscelazione tra grani esteri e grani nazionali vietata dai regolamenti comunitari.

I grani duri del Sud non dovrebbero presentare queste sostanze pericolose! Il condizionale è d’obbligo, perché se un marchio come Granoro 100% Puglia presenta tracce di questi contaminanti, beh, c’è qualcosa che non funziona nel disciplinare della Regione Puglia che ha concesso in licenza d’uso il marchio alla ditta Granoro e negli stessi controlli della Regione.

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Cina, invasione di pomodoro in Italia (+43%) è allarme sicurezza

Concentrato di pomodoro: nel 2016 dalla Cina ne sono arrivati in Italia circa 100 milioni di Kg
Nel 2016 dalla Cina sono arrivate in Italia circa 100 milioni di chili di concentrato, con un aumento del 43%, pari a circa il 20% della produzione nazionale in pomodoro fresco equivalente. E’ l’allarme lanciato in occasione della divulgazione dei dati Istat relativi al commercio estero da Paesi extracomunitari a gennaio 2017 che fa registrare un balzo record del 22,3% delle importazioni, superiore a quello delle esportazioni pari al 19,7%. Tali dati, combinati con la mancanza dell’obbligo di indicare in etichetta la provenienza fanno aumentare esponenzialmente il rischio che il concentrato di pomodoro cinese venga spacciato come Made in Italy sui mercati nazionali ed esteri a grave pregiudizio della salute dei consumatori.

Negli ultimi anni si sta assistendo ad un crescendo di navi che dalla Cina sbarcano fusti di oltre 200 chili di peso con concentrato di pomodoro da rilavorare e confezionare come italiano poiché nei contenitori al dettaglio è obbligatorio indicare solo il luogo di confezionamento, ma non quello di coltivazione del pomodoro. Un commercio che va reso trasparente con l’obbligo ad indicare in etichetta l’origine degli alimenti che attualmente vale in Italia solo per la passata di pomodoro, ma non per il concentrato o per i sughi pronti. A rischio c’è uno dei settori simbolo del Made in Italy nel mondo a causa della concorrenza sleale del prodotto importato, ma anche la sicurezza alimentare.

La Cina ha conquistato il primato nel numero di notifiche per prodotti alimentari irregolari perché contaminati dalla presenza di micotossine, additivi e coloranti al di fuori dalle norme di legge, da parte dell’Unione Europea, secondo una recente elaborazione sulla base della Relazione sul sistema di allerta per gli alimenti relativa al 2015. Su un totale di 2967 allarmi per irregolarità segnalate in Europa, ben 386 (15%)  hanno riguardato il gigante asiatico.

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venerdì 24 febbraio 2017

I vaccini fanno davvero bene?

Considerati la scoperta del millennio, ora sempre più persone ne hanno paura

Nella grafica: i pallini verdi rappresentano le persone vaccinate, i bianchi i non vaccinati i rossi i contagiati. Nel caso a sinistra, il contesto è fatto di persone vaccinate e l’epidemia resta isolata, nel caso a destra, alcuni non vaccinati diventano contagiosi e l’epidemia si espande a macchia d’olio
I vaccini sono una delle più importanti scoperte del millennio. Hanno salvato milioni di vite e il loro impatto sulla salute pubblica è secondo solo all’accesso all’acqua potabile. Negli ultimi anni sono più efficaci, accessibili e gratuiti. Nonostante questo la copertura dei vaccini in Italia, e nel mondo occidentale, è in calo. Sono nate preoccupazioni profonde e in molti associano le vaccinazioni a effetti negativi, tra cui l’autismo, e la scienza non riesce a tradurre in fiducia le prove a suo favore. I rischi di non vaccinarsi, però, sono alti e colpiscono tutti. 

Prevenire è meglio che curare  
Diffusi già da inizio Novecento, hanno eliminato o ridotto al minimo malattie come la difterite, la pertosse, il morbillo, il tetano, la meningite B. Grazie ai vaccini, il vaiolo è stata la prima malattia totalmente debellata sulla Terra
La ricerca medica li ha ulteriormente migliorati negli ultimi decenni: le iniezioni sono più sicure, ogni anno vengono sperimentate nuove cure per nuove malattie, e sono maggiormente diffusi nei Paesi in via di sviluppo.

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venerdì 17 febbraio 2017

Conoscere il proprio stato di salute attraverso la lingua

Fa da cartina di tornasole del nostro benessere e i medici da sempre sanno leggere molti sintomi di salute o malattia dalla semplice osservazione di questa parte del corpo. Da qui la famosa richiesta: fuori la lingua. Anche oggi, nel tempo della diagnostica strumentale, l’esame attento della lingua rappresenta senz’altro un buon chek-up generale. Ne parliamo con il prof. Marcello Monti, responsabile di Dermatologia all’Istituto Clinico Humanitas e docente di Dermatologia all’Università di Milano.

La lingua – Un valido aiuto nella diagnosi

“La lingua – spiega il prof. Monti – è composta da muscoli rivestiti da mucosa, dove risiedono le papille gustative e dove sono presenti i villi, che assomigliano a un tappeto erboso. Si tratta di un organo molto vascolarizzato e riccamente innervato. E, soprattutto, facile da esplorare.
Dalla semplice richiesta di poter osservare la lingua del paziente il medico può trarre una serie d’informazioni utili a inquadrare salute o malattia ancor prima di eseguire complicati e costosi accertamenti diagnostici. Ovviamente gli accertamenti andranno fatti, ma se il medico capisce, per così dire, il linguaggio della lingua, gli accertamenti saranno più mirati, diretti ed efficaci.
Bisogna purtroppo ammettere che l’osservazione della lingua è una pratica medica in cammino verso il dimenticatoio e questo francamente è un peccato.
La lingua che esprime buona salute deve essere di colore roseo ai bordi e più chiara al centro, deve essere umida e i suoi margini devono essere lisci. Deve inoltre potersi estroflettere e sollevare sul palato senza impacci”.

Quando la lingua è il segnale che c’è qualcosa che non va

Ecco elencati alcuni sintomi e il loro significato clinico che si deducono dall’osservazione della lingua.
Sono le condizioni che dovrebbero attrarre l’attenzione del medico.
Lingua secca = disidratazione, problemi renali, diabete
Lingua pallida = stato di anemia
Lingua bianca = malattia infettiva in atto, gastrite, ulcera gastrica
Lingua marrone/nero = sviluppo batterico sulla lingua, gastrite, fumo
Lingua liscia che ha perso i villi = stato di deperimento, malattia tumorale, malattia del fegato
Lingua ingrossata = malattia che deposita proteine (amiloidosi)
Lingua con le impronte dei denti = stato di tensione psichica, ansia
Lingua a fragola = scarlattina
Lingua a carta geografica = stato allergico di tipo Atopia
Lingua urente (che brucia) = stato di depressione psichica
Lingua erosa = Lichen orale
Lingua con chiazze bianche (leucoplachia) = stato pretumorale della lingua
Lingua con punti rossi a tipo angiomi = malattia angiomatosa che interessa fegato/polmoni
Lingua con la faccia inferiore gialla = inizio di malattia itterica del fegato
Lingua plicata (con pieghe) = stato allergico di tipo Atopia
Lingua bucata = esiti di piercing che non si possono riparare
Lingua gonfia = orticaria in atto
Lingua con puntini bianchi = mughetto, stato di immunodepressione
Lingua che devia quando viene protrusa = danno neurologico, ictus.

A cura di Elena Villa

Fonte

mercoledì 15 febbraio 2017

Trigliceridi alti. Cosa mangiare e quali integratori assumere per abbassarli naturalmente


I trigliceridi sono un tipo di lipidi, o grassi, che vengono prodotti quando le calorie ingerite sono inutilizzate e quindi vengono convertite in trigliceridi e immagazzinati nelle cellule adipose. Quando poi il corpo avrà bisogno di energia, ad esempio tra un pasto e l’altro o durante attività intense, gli ormoni rilasceranno i trigliceridi che verranno consumati per soddisfare il proprio fabbisogno energetico.

Come si formano i trigliceridi

I trigliceridi sono importanti per la salute perché:
  • Forniscono energia al corpo
  • Permettono un isolamento termico che ci permettono di sopportare il freddo
Infatti sebbene il corpo abbia bisogno di glucosio per funzionare, la quantità che è in circolo si esaurisce abbastanza facilmente, e quindi si attinge energia dai trigliceridi. Senza i trigliceridi non potremmo svolgere le normali funzioni quotidiane.
I trigliceridi vengono prodotti in diversi modi:
  • L’intestino li sintetizza a partire dai grassi presenti nei cibi
  • Il fegato li sintetizza a partire dagli zuccheri e dalle proteine presenti nei cibi
Quando il corpo ha bisogno di energia, l’insulina permette l’accesso ai trigliceridi che verranno scomposti in glicerolo e acidi grassi attraverso un processo chiamato lipasi, il glicerolo verrà poi trasformato in glucosio dal fegato entrando così nelle cellule dove fornirà energia. Gli acidi grassi possono anche loro essere usati per la produzione di energia della cellula attraverso un processo chiamato beta-ossidazione oppure possono svolgere molte altre funzioni come ad esempio la formazione della membrana cellulare, regolazione degli ormoni, trasporto delle vitamine liposolubili, protezione contro i radicali liberi, formazione delle mielina nel cervello e composizione della pelle (garantendo elasticità e morbidezza).

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sabato 11 febbraio 2017

Come misurare i danni del WiFi sulla salute con questa app

Dal proprio smartphone è possibile scaricare un’app gratuita che permette di misurare i campi elettromagnetici prodotti dalle reti WiFi che ci circondano e che causano danni alla salute


La crescita esplosiva dell’uso del Wi-Fi sia nella propria abitazione, che in ambiente di lavoro e addirittura nei luoghi pubblici e nelle scuole crea una grande preoccupazione per quanto riguarda gli effetti sulla salute di questa esposizione prolungata e costante a campi elettromagnetici. Questa situazione diventa ancora più pericolosa quando si dorme sotto l’influenza di queste radiazioni elettromagnetiche e quando più reti Wi-Fi irradiano la stessa abitazione, come accade spesso in un condominio ad esempio. 
 
L’esigenza di analizzare l’impatto sul nostro organismo di questi campi elettromagnetici nasce dal crescente numero di persone che mostrano vari effetti negativi come mal di testa, nausea, stanchezza, difficoltà di concentrazione e palpitazioni del cuore che scompaiono quando passano del tempo nella natura o in ambienti privi di elettrosmog. Per elettrosmog si intende tutto l’inquinamento prodotto dai campi elettromagnetici artificiali prodotti dalla moderna tecnologia.

Molti considerano il WiFi una tecnologia innocua, in realtà sono stati pubblicati più di 34 studi scientifici sui danni del WiFi. Il WiFi può danneggiare il DNA, lo sperma, favorire l’ossidazione cellulare, debilitare il sistema immunitario e quindi nel complesso stimola lo sviluppo di ogni tipo di malattia. Abbiamo anche visto come il WiFi ha un effetto nocivo sulle piante.

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giovedì 9 febbraio 2017

Come eliminare la cellulite da pancia, glutei e cosce in modo naturale e veloce

La cellulite colpisce circa 8 donne su 10 di qualunque età e statura ed è causata da una dieta errata e squilibrio ormonale. Ecco come risolverla facilmente in modo naturale

La cellulite è un inestetismo cutaneo che si manifesta su cosce, glutei, ginocchia, caviglie, pancia e braccia e riguarda principalmente le donne anche se può colpire anche gli uomini.
Molte persone cercano di risolvere attraverso la liposuzione ma non è un trattamento definitivo dato che sistematicamente la cellulite si ripresenta dato che non sono state risolte le cause e inoltre può essere dannoso. Quindi cosa si deve fare se si vuole bruciare il grasso corporeo in eccesso, evitando una pericolosa perdita di peso?

Di seguito saranno mostrati i modi naturali per ridurre la cellulite che si basano sui meccanismi di riduzione dell’adipogenesi (deposito di grasso), di aumento della termogenesi (bruciare il grasso attraverso il calore del corpo), del miglioramento della microcircolazione e della sintesi di collagene.

Che cos’è la cellulite?

E’ l’inestetismo cutaneo più famoso al mondo e spiccatamente femminile, ma quante donne veramente sanno cos’è la cellulite? Come si forma la cellulite?

Il termine cellulite sembra suggerire uno stato di infiammazione delle cellule, ma non è così. La cellulite è l’aspetto della “pelle a ricotta”, grumosa o a fossette, che si sviluppa prevalentemente con l’età sulle gambe, sulla pancia e sulla parte posteriore delle braccia. In sostanza, quando si ha un deposito di grasso sotto la pelle esso spinge contro il tessuto connettivo che cede, e si ha questo aspetto irregolare, a “chiazze”, della pelle. Alcuni dei fattori che contribuiscono a questa condizione sono la mancanza di esercizio fisico, cambiamenti ormonali e – avete indovinato – la dieta.
La ragione per cui gli adulti si sviluppano aree di pelle flaccida e cellulite è dovuta alla struttura irregolare di depositi di grasso sotto la pelle. Questa condizione è più comune nelle donne rispetto agli uomini; circa l’80% delle donne hanno un certo grado di cellulite, soprattutto man mano che invecchiano e che la pelle perde la sua elasticità. Tuttavia, chiunque può sviluppare la cellulite, anche gli adolescenti che non hanno problemi di peso ma hanno cambiamenti ormonali. Come condizione della pelle, la cellulite non è grave o dannosa, quindi molti scelgono di non trattarla. Invece altri sono molto infastiditi dagli inestetismi della cellulite, soprattutto in estate.

Le cause principali della cellulite

Diversi fattori principali contribuiscono allo sviluppo della cellulite, tra cui:
  • Dieta carente di nutrienti
  • La ritenzione di liquidi (che provoca anche gonfiore)
  • Disidratazione
  • La mancanza di circolazione
  • Una struttura del collagene debole
  • Essere in sovrappeso o un aumento del grasso corporeo
  • I cambiamenti ormonali
  • La mancanza di attività fisica (uno stile di vita sedentario)

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mercoledì 8 febbraio 2017

Sfatato il 'mito' dell'esercizio fisico per controllare il peso

Porta tanti altri benefici, ma dimagrimento solo con dieta

Non è l'esercizio fisico la chiave per controllare il peso, come si potrebbe essere portati a pensare, ma piuttosto altri fattori tra cui la dieta. L'attività fisica ha moltissimi benefici, che vanno dalla riduzione del rischio di malattie cardiache, diabete e cancro fino a un maggior benessere a livello mentale e le persone che la praticano vivono più a lungo e più in salute. Ma può essere collegata anche a un aumento dell'appetito, cosa che porta a mangiare di più per compensare o ad essere meno attivi nel corso della giornata.


    Emerge da uno studio della Loyola University di Chicago, pubblicato su PeerJ, parte di una ricerca denominata Met (Modeling the Epidemiologic Transition Study). "I risultati indicano che l'attività fisica può non proteggere dall'aumento di peso" evidenzia l'autrice, Lara R. Dugas. Per la ricerca sono state prese in esame 1944 persone, tra i 25 e i 40 anni, provenienti dagli Stati Uniti e da altri quattro Paesi: Ghana, Giamaica, Sudafrica e Seychelles. Per verificare il livello di attività fisica è stato chiesto loro di indossare un accelerometro per una settimana e sono stati misurati altri valori come peso, altezza e grasso corporeo all'inizio, dopo un anno e dopo due. Dalle misurazioni all'inizio della ricerca i ghanesi sono risultati quelli con un peso inferiore e più in forma, mentre erano gli americani ad avere i maggiori problemi legati ai chili di troppo.
Dai risultati è emerso un dato che ha sorpreso gli studiosi: l'aumento di peso totale in tutti i Paesi è stato maggiore tra coloro che rispondevano ai criteri delle linee guida per l'attività fisica.

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lunedì 6 febbraio 2017

Semi di girasole: proprietà, calorie, benefici e controindicazioni.

I semi di girasole hanno ottime proprietà: aiutano a combattere il colesterolo, sono ottimi lassativi naturali e molto altro, ma sono molto calori e possono fare ingrassare. L'olio estratto da questi semi, oltre che in cucina, è utile anche in cosmetica per la bellezza di pelle e capelli. Scopriamone usi e controindicazioni.

Calorie e valori nutrizionali dei semi di girasole
Per cominciare, conosciamo meglio le proprietà nutritive dei semi di girasole, che si ricavano dagli omonimi fiori (nome scientifico: Helianthus anuus) di cui costituiscono i frutti: attenzione agli eccessi perché, se è vero che questo alimento fa molto bene alla salute, tuttavia ha anche molte calorie!

(...)  È importante aggiungere che tra gli acidi grassi monoinsaturi spicca l’alto contenuto di acido oleico, appartenente alla serie omega 9 e costituito da 18 atomi di carbonio. Proprio l’acido oleico e l’acido linoleico, che invece appartiene ai polinsaturi, conferiscono ai semi e all’olio di semi di girasole il potere di prevenire le malattie cardiovascolari al pari di alimenti che contengono omega 3 e omega 6.

(...)
  • Sono potenti lassativi naturali che riescono a combattere la stitichezza ostinata; i benefici sulla regolarità dell’intestino sono immediati perché l’evacuazione solitamente avviene poco dopo aver ingerito i semi, anche se non si sa ancora bene a quali molecole siano da attribuire tali proprietà.
  • Riducono il colesterolo “cattivo” (LDL) senza intaccare quello “buono” (HDL), grazie alla ricchezza in acidi grassi mono e polinsaturi; in questo modo bloccano la formazione della placca aterosclerotica, una patina formata dal colesterolo che si accumula nei vasi sanguigni e finisce per ostruirli, riducendo anche il rischio di avere malattie cardiovascolari.
  • Sono privi di glutine, perciò il consumo di semi e dell’olio di semi di girasole è sicuro per i celiaci ed è utilissimo per ripristinare la regolarità intestinale in caso di stipsi.
  • Alleviano i disturbi connessi alla menopausa, come le vampate di calore e l’insonnia, grazie alla presenza dei fitoestrogeni; inoltre svolgono un’azione protettiva nei confronti di osteoporosi e malattie cardiovascolari, alle quali una donna dopo la cessazione del ciclo mestruale è più esposta.
  • Sono preziosi integratori naturali in gravidanza e allattamento, quando per esempio aumenta il fabbisogno di acidi grassi mono e polinsaturi.
  • Combattono il diabete, poiché gli acidi grassi monoinsaturi di cui sono molto ricchi abbassano l’indice glicemico.
  • Sono alleati contro la gastrite, in quanto grazie allo zinco che contengono in buona quantità incrementano la produzione di mucina, una sorta di gel che protegge lo stomaco e le sue mucose.
  • Prevengono le malattie della prostata, compresi i tumori, grazie all’alto contenuto di magnesio, vitamina E, selenio e acido linoleico, poiché contribuiscono a migliorare il tono muscolare della vescica; l’effetto protettivo della vitamina E, in particolare, è stato provato da una ricerca effettuata ad Orlando in Florida, nel National Cancer Institute Usa, secondo la quale gli uomini che ne assumono di più hanno il 53% di probabilità in meno di ammalarsi di cancro prostatico!
  • Attenuano il mal di testa, di qualunque origine sia (nevralgico, ormonale o emicrania cronica), perché con il loro potere lenitivo facilitano il rilassamento dei tessuti.

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sabato 4 febbraio 2017

World Cancer Day: prevenzione e ambienti sani, così la medicina lotta per sconfiggere i tumori

Quello che fino all’inizio del secolo in molti temevano di affermare, oggi non fa più paura. Almeno un terzo dei tumori che si scoprono ogni anno in Italia - 120mila casi su un totale di 366mila diagnosi effettuate nel 2016: poco più di mille al giorno - potrebbero essere prevenuti adottando uno stile di vita sano: no a fumo e alcol, più spazio alla corretta alimentazione e a uno stile di vita meno sedentario. 

Gli oncologi, nella giornata mondiale dedicata alle malattie oncologiche , non si nascondono. L’obiettivo mortalità zero è ancora lontano da raggiungere, in particolare per alcuni tumori che lasciano poco scampo: come quelli al polmone, al pancreas e alle ovaie. Ma rispetto al passato, si sa che l’impegno individuale può fare la differenza.

Il ruolo della dieta e dell’attività fisica
È su questo aspetto che da tempo si battono quasi quotidianamente gli oncologi. Il loro senso di responsabilità è comprensibile, a maggior ragione in Italia, dove troppi connazionali ignorano l’impatto della prevenzione. Il Codice Europeo contro il Cancro parla chiaro ed è oggi condiviso anche dalle principali organizzazioni non profit attive nel settore. In dodici punti, nel 2014, gli esperti del Vecchio Continente hanno sintetizzato quelle che sono le evidenze condivise dalla comunità scientifica. Tre i binari lungo cui si dipanano i messaggi. Il primo - racchiuso nei punti 3, 4, 5 e 6 - rimarca il ruolo dell’alimentazione e dell’attività fisica. Più perentorie le conclusioni sulle bevande alcoliche: «Per la prevenzione del cancro è meglio non consumarne». 

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venerdì 3 febbraio 2017

Mal di schiena, quasi inutili farmaci antinfiammatori

Benefici appena superiori a placebo e troppi effetti collaterali

(ANSA) - SYDNEY, 3 FEB - I comuni farmaci antinfiammatori, come aspirina e ibuprofene, sono "quasi completamene inutili" contro il mal di schiena, che è considerato la maggiore causa di disabilità nel mondo. E' quanto emerge da una analisi di 35 sperimentazioni randomizzate, che hanno coperto oltre 6000 persone che usavano antidolorifici antinfiammatori. Condotta dal George Institute for Global Health di Sydney, ha rivelato che i farmaci noti collettivamente come 'non-steroidal anti-inflammatory drugs', o NSAIDs, offrono benefici appena superiori ai placebo.


    Lo studio, pubblicato su Annals of the Rheumatic Diseases, indica che su 6 pazienti trattati con farmaci antinfiammatori solo uno ha ricevuto benefici clinicamente importanti nel breve termine. E i benefici erano superati da gravi effetti collaterali, come ulcere gastriche e sanguinamento. "La nostra analisi di sicurezza farmaceutica rivela che i NSAIDs aggravano il rischio di effetti collaterali intestinali di due volte e mezzo rispetto ai placebo", scrivono i responsabili dello studio, Manuela Ferreira e Gustavo Machado. Due anni fa una simile ricerca degli stessi studiosi aveva concluso che il paracetamolo - da tempo raccomandato come farmaco di prima scelta per il dolore vertebrale - ha scarso effetto analgesico mentre quasi quadruplica l'incidenza di funzioni epatiche anormali. Un terzo gruppo di farmaci, gli oppioidi, è risultato poco più efficace dei NSAIDs mentre fa scattare effetti collaterali ancora più gravi. Forniscono "modesto" sollievo al dolore lombare cronico, ma i benefici non sono "clinicamente importanti" - e molti pazienti hanno smesso di usarli perché non potevano tollerare gli effetti avversi.

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Salute, 5 giovani su 10 soffrono di mal di schiena

 

 

 

 


mercoledì 1 febbraio 2017

Legambiente: “Contaminato da residui di pesticidi un terzo dei prodotti ortofrutticoli sulle tavole degli italiani”


Secondo il dossier ambientalista, gli alimenti fuorilegge (cioè con almeno un residuo chimico che supera i limiti) sono solo una piccola percentuale: l’1,2% nel 2015, era lo 0,7% nel 2014. Molto più alta, però, la contaminazione legale tra verdura, frutta e alimenti trasformati: 36,4% del totale. La presidentessa Rossella Muroni: "Lo studio evidenzia gli effetti di uno storico vuoto normativo, manca una regolamentazione specifica rispetto al problema del simultaneo impiego di più principi attivi sul medesimo ortaggio"

Il tè verde fa bene, a meno che non risulti contaminato da un mix di 21 diverse sostanze chimiche. Stesso discorso per le bacche, tanto di moda nelle diete. Peccato che alcuni campioni analizzati in un laboratorio della Lombardia contenessero fino a 20 molecole chimiche differenti. Anche nell’uva da tavola e da vino, tutta di provenienza nazionale, sono stati trovati residui anche di 7, 8 o 9 sostanze contemporaneamente. Sebbene i prodotti fuorilegge (cioè con almeno un residuo chimico che supera i limiti di legge) siano solo una piccola percentuale (l’1,2% nel 2015, era lo 0,7% nel 2014), tra verdura, frutta e prodotti trasformati, la contaminazione da uno o più residui di pesticidi riguarda un terzo dei prodotti analizzati (36,4%). È quanto emerge nel dossier di Legambiente Stop pesticidi, che raccoglie ed elabora i risultati delle analisi sulla contaminazione da fitofarmaci nei prodotti ortofrutticoli e trasformati, realizzati dalle Agenzie per la Protezione Ambientale, Istituti Zooprofilattici Sperimentali e Asl.

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sabato 28 gennaio 2017

Esegui questi 7 esercizi per 7 minuti e i tuoi dolori alla schiena scompariranno all’istante!

Una delle conseguenze nell’essere una persona sedentaria (in molti casi anche nell’essere una persona super attiva) è il mal di schiena. I numeri parlano chiaro: le persone che soffrono di questa fastidiosa, e in molti casi anche dolorosa, patologia sono a milioni soltanto in Italia. Tuttavia il mal di schiena, nella maggior parte dei casi, può essere completamente eliminato grazie ad alcuni semplici e costanti accorgimenti.

Nei casi di rigidità, dolori e spasmi questi 7 esercizi di stretching riporteranno la tua schiena in forma e in salute.

#1 Lo stretching sul pavimento del bicipite femorale

 

Mantieni la posizione per 30 secondi, due volte per ogni gamba.

#2 Stretching dal ginocchio al petto

 

Questo esercizio aiuta a rilassare e rinforzare i glutei. Mantieni la posizione per 20 secondi per ciascuna gamba, ripeti per due volte.

#3 Stretching spinale

 

 

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giovedì 26 gennaio 2017

20 consigli per avere una pancia piatta


Il grasso sulla pancia è il tipo più pericoloso di grasso. Cresce velocemente e si scioglie molto lentamente. Questo è il motivo preciso per il quale le persone preoccupate per la loro linea tormentano i loro allenatori per avere esercizi semplici da eseguire e che brucino velocemente il grasso in eccesso sulla pancia. Nella loro disperazione, le persone spesso iniziano ad allenarsi con troppo entusiasmo e senza però iniziare a condurre una vita più sana. Ci sono modi intelligenti per bruciare il grasso addominale curando il proprio stile di vita e cambiando le abitudini alimentari insieme all’esercizio fisico. Se vuoi avere una pancia piatta e sei pronto ad impegnarti seriamente per questo obbiettivo, allora questi semplici consigli possono davvero aiutarti a raggiungere il tuo scopo in tempi relativamente brevi.

Regola Il Tuo Orologio Interno!

Le persone che fanno tardi la notte sono più propense ad accumulare grasso e più velocemente. Cambiare i tuoi orari è cruciale se vuoi stringere la cintura.

Cambia Le Tue Abitudini Alimentari

Quando mangi troppo, cambi il modo in cui rispondono i recettori del tuo stomaco. Questi recettori dicono al tuo cervello quando lo stomaco è pieno. Se rallenti la loro risposta, mangerai di più e questo ti sembrerà normale. Quindi, mangia in piccole quantità e mangia cibi che vengono digeriti più lentamente oppure fai una lista dei cibi dei tuoi cibi brucia grasso preferiti.

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mercoledì 25 gennaio 2017

La curcuma è un potente chelante di metalli pesanti e ripara i danni dell’alluminio

L’alluminio è uno dei metalli più tossici per l’uomo e numerosi studi scientifici hanno dimostrato che la curcuma è enormemente efficace nel ridurre i danni da esso provocati all’organismo 


L’alluminio, se pur presente in grandi proporzioni nell’ambiente, non è significativamente assorbito dal corpo. Solo lo 0,3% dell’alluminio somministrato per via orale viene assorbito dal tratto gastrointestinale in individui sani, ed  è efficacemente eliminato dai reni. Il 95% del carico di alluminio viene eliminato dal corpo grazie ai reni attraverso l’urina. Tuttavia quando l’ingestione di allumino è frequente, i reni si danneggiano e l’alluminio inizia ad accumularsi nell’organismo. Negli individui con reni poco funzionanti soprattutto in età avanzata l’accumulo di alluminio è facilitato fin da subito. L’alluminio si deposita principalmente nei polmoni, fegato, tiroide, ossa e cervello.

Le fonti attraverso cui ci si può intossicare di alluminio sono:
  • Cucinare o avvolgere il cibo nei fogli di alluminio
  • Respirare la polvere di alluminio in ambiente di lavoro
  • Vivere vicino a discariche di rifiuti o aree dove l’alluminio viene estratto o trattato
  • L’utilizzo di padelle in alluminio
  • Consumo di cibi e bevante in lattina
  • Farmaci antiacidi, aspirina tamponata e vaccini
  • Deodoranti
  • Formaggio fuso
  • Caffettiera

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sabato 21 gennaio 2017

Vitamina D

Un impressionante numero di ricerche scientifiche dimostra che la vitamina D svolge un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie e nel mantenere la salute ottimale. Ci sono circa 30.000 geni nel corpo, e la vitamina D si trova in quasi 3.000 di essi, così come i recettori della vitamina D si trovano in tutto il corpo.

Il Dr. Michael Holick, il più grande esperto al mondo di vitamina D, ha sottolineato che l’aumento dei livelli di vitamina D nella popolazione in generale potrebbe prevenire malattie croniche che affliggono quasi 1 milione di vite in tutto il mondo ogni anno.

Quello che sorprende di più è che almeno il 50% della popolazione è carente di vitamina D, ovvero ha un valore sierico di 25(OH)D inferiore a 30 ng/ml e praticamente il 100% di persone affette da malattie hanno carenze anche più gravi sotto a 20 ng/ml. I soggetti più a rischio sono gli anziani la cui pelle è meno efficiente nel convertire i raggi solari in vitamina D, chi è in sovrappeso (dato che la vitamina D è liposolubile) e ovviamente chi fa una vita sedentaria e usa creme solari d’estate (impediscono alla pelle di produrre la vitamina D).

Tutti i benefici della vitamina D

  • Cancro
Secondo uno studio su larga scala, livelli ottimali di vitamina D possono ridurre drasticamente il rischio di cancro di ben il 60%. Mantenerli così può aiutare a prevenire almeno 16 diversi tipi di cancro, tra cui del pancreas, del polmone, dell’ovaio, della prostata e tumori della pelle. Infatti alzando la concentrazione sierica di 25(OH)D a 40 ng/ml si  può diminuire il rischio di tumori invasivi del 67%!
  • Malattie cardiovascolari
La vitamina D è molto importante per ridurre l’ipertensione, la cardiopatia aterosclerotica, infarto e ictus. Il Dr. Holick spiega infatti che la carenza di vitamina D aumenta il rischio di infarto del 50 %.
  • Malattie autoimmuni
La vitamina D è un potente modulatore immunitario, rendendola molto importante per la prevenzione di malattie autoimmuni, come la sclerosi multipla (SM) e l’infiammazione intestinale che è alla radice della maggior parte dei disturbi autoimmuni.

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Il mistero della disidratazione!

La vera causa della smemoratezza, della ridotta concentrazione e del calo delle prestazioni fisiche Sempre più persone combattono contro la ...